La mozzarella è la regina della tavola, tutti la amano per quel suo essere in grado di impreziosire qualsiasi piatto della tradizione gastronomica italiana, così come anche le creazioni più innovative e moderne. Sappiamo bene quanto sia importante consumare questo latticino al massimo della freschezza, per fare in modo di beneficiare correttamente delle sue caratteristiche organolettiche e del suo inconfondibile sapore. Ci sono alcuni errori e falsi miti che circondano la mozzarella: vediamo insieme quali sono i più ricorrenti.
Gli abbinamenti con la frutta
C’è chi ritiene che il suo abbinamento con la frutta sarebbe assolutamente da evitare per via del suo sapore morbido e avvolgente in contrasto con il gusto spesso acidulo di certi frutti. Niente di più errato: i bocconcini, ad esempio, sono deliziosi se consumati assieme alle fragole fresche. Così come le mozzarelle di forma e dimensione classica possono essere tagliate a fette e accompagnate al pompelmo. Kiwi e insalata verde, dal canto loro, possono essere consumati assieme alla fior di latte in modo da imprimere un surplus di freschezza all’insieme.
L’importanza della catena del freddo
Uno degli errori più comuni per quanto riguarda il vasto mondo della mozzarella è quello relativo alla scarsa attenzione per la catena del freddo. Quest’ultima infatti, troppo spesso sottovalutata, deve essere sempre rispettata a beneficio di una perfetta conservazione dei latticini. Gli sbalzi di temperatura possono influire in maniera decisiva sul livello di conservabilità delle mozzarelle, inoltre si abbattono inesorabilmente sul suo sapore e anche su peso e profumo. Per quanto riguarda poi la giusta temperatura per il consumo, è di circa 18-20 gradi: occorre quindi togliere la mozzarella dal frigo in anticipo affinché la raggiunga.
Evitare di utilizzare la mozzarella di bufala in cottura
Sappiamo bene quanto sia buona e gustosa la mozzarella di bufala, occorre però tenere sempre presente che quando si tratta di preparare pietanze da cuocere è meglio preferire la mozzarella di latte vaccino, per quanto riguarda la consistenza. La fior di latte, essendo più asciutta, non andrà a inumidire eccessivamente la preparazione e filerà molto meglio. Nel caso in cui vogliate stupire i vostri commensali, inserendola in piatti gourmet, meglio casomai utilizzarla a crudo e come contorno (senza condirla in modo da non alterarne il gusto).
Le origini di un simbolo della cucina italiana
Le origini della mozzarella sono incerte, sono in molti a pensare che si tratti di un prodotto relativamente giovane quando invece bisogna tornare parecchio indietro nel tempo per trovarne le prime tracce e testimonianze. Si sa per certo che già nel Cinquecento questo alimento era conosciuto, dal momento che viene citato con il medesimo nome in un manuale di cucina di un cuoco della corte papale (correva l’anno 1570). La parola mozzarella inoltre richiama l’operazione di ‘mozzatura’, che viene effettuata dal mastro casaro tagliando la pasta filata a mano in modo tale da formare i singoli pezzi.
E’ importante far uscire l’acqua in eccesso
Quando arriva il momento di preparare qualche pietanza particolare l’ideale è sempre utilizzare mozzarella fresca e fare in modo che il piatto non risulti troppo acquoso. In che modo? Un segreto da chef che potrà essere sempre sfruttato è quello che prevede di tagliare a pezzetti la mozzarella e tenerla almeno una ventina di minuti in un colino per far uscire l’acqua in eccesso. Questo procedimento sarà molto utile da effettuare prima di inserire la mozzarella in parmigiane e paste al forno o timballi ma non solo. La filatura, in questo modo, risulterà infatti perfetta e la preparazione sarà asciutta al punto giusto.